mercoledì 19 ottobre 2016

Il mitico tronco

Nella mitologia la presenza del colore è indiscussa e spesso ne fa da padrone.
Esempio emblematico è il mito di Iris (in greco) o Iride (in latino), giovane dea dai piedi veloci come il vento che portava gli ordini celesti ad altri dèi o agli uomini. Benché sorella di quei mostri alati che erano le Arpie, creature con viso di donna e corpo d’uccello, Iris era rappresentata sotto le spoglie di una bella e giovane donna, fornita d’ali, vestita di abiti dai brillanti colori, e la sua testa era circondata da un alone di luce che filava attraverso il cielo. Si narra che scendesse sulla terra per portare i suoi messaggi camminando sull’arcobaleno, che segnava il suo percorso, e che potesse andare anche in fondo al mare e nelle profondità del mondo sotterraneo.  I poeti sostenevano che l’arcobaleno era la traccia dei suoi piedi quando scendeva dall’Olimpo verso la terra per portare un messaggio. A volte, il fenomeno celeste dell’arcobaleno viene definito "sciarpa d’Iride".
Con le seguenti parole Virgilio la descrive: “Iride rugiadosa con crocee penne, nel cielo traendo mille vari colori dal sole…”(Eneide, IV).
Per quanto riguarda il colore tronco nel mito, bisogna partire dal presupposto che un tempo le pianure europee erano ricoperte da fitti boschi. Infatti, Carlo V re di spagna era solito affermare che le foreste del suo regno erano talmente estese da permettere ad uno scoiattolo di attraversarlo, dalla Spagna all'Italia, semplicemente saltando di ramo in ramo. Questi luoghi, da sempre avvolti da un alone di mistero e sacralità, hanno ispirato innumerevoli miti e leggende aventi come protagonisti gli alberi.
Ad esempio, tra i celti i boschi di quercia erano sacri, tanto che i druidi celebravano i loro riti all'interno di querceti sacri. Come racconta Plinio il Vecchio: "I druidi non considerano niente di più sacro del vischio e dell'albero su cui esso cresce, purchè si tratti di un rovere (Quercus Petraea)". Ma chi sono i druidi? La parola ha un origine molto incerta, ma l'opinione più comune è che derivi dall'unione di due parole celtiche, "duir", che significa quercia, e "vir" che significa saggezza, perciò il senso complessivo sarebbe "coloro che sanno per mezzo della quercia". Plinio il Vecchio dà una prima etimologia della parola collegandola alla radice greca della parola quercia δρυς (drys).
Risultati immagini per erisittone e le ninfe delle querceProprio questa etimologia ci collega al mito di Erisittone e le ninfe delle querce. Si narra che Erisittone, dopo aver invaso con altri compagni il bosco di Dozio consacrato a Demetra, cominciò ad abbattere le querce, al fine di costruirsi una nuova sala per i banchetti. Ma nelle querce vivevano le amadriadi, ninfe custodi dell'albero sacro, le quali, ogniqualvolta un albero fosse in pericolo, lanciavano i loro lamenti minacciosi forieri di sventure per chiunque si avvicinasse senza il volere degli dei. Così, arrivò Demetra, la quale, assunte le sembianze di Nicippe sacerdotessa del bosco, cercò di dissuadere Erisittone dal suo intento. Erisittone non se ne curò minimamente continuando l'opera di distruzione e giungendo a minacciare la dea con un'ascia. A quel punto Demetra si mostrò all'uomo in tutta la sua grandezza e il suo splendore e lo condannò ad un'eternità in cui avrebbe sofferto la fame a prescindere da qualunque cibo e in qualunque quantità avesse mangiato.



Ritroviamo l'importanza e la capacità oracolare della quercia sacra nel mito degli Argonauti.
Risultati immagini per prua nave argoIn questo mito, Giasone e i suoi compagni intrapresero il viaggio verso il regno di Eete, per riconquistare il mitico vello d'oro appeso ai rami di una quercia sacra nella Colchide protetta da un drago. Per compiere il viaggio venne costruita, con l'aiuto della dea Atena, la nave più veloce mai esistita, Argò la rapida. La nave aveva il dono della parola poichè nella prua era incastonato del legno delle querce sacre di Dodona, città situata nell'Epiro. Una volta compiuta l'impresa, fu proprio la nave a suggerire a Giasone di recarsi dalla maga Circe, la quale avrebbe purificato i due peccatori, Giasone e Medea, dall'assasinio di Apsirto, fratello di Medea che cercava di trattenerla in patria.



SITOGRAFIA:

- Il tronco nel mito:

- Il mito di Iris:

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