sabato 22 ottobre 2016

Studio scientifico del tronco

Per analizzare il colore tronco nella scienza, e più propriamente nella fisica, è necessario estendere il concetto, non considerandone solamente la natura cromatica, ma trattando soprattutto l'essenza materiale del tronco.

Proviamo dunque a dare una descrizione scientifica del tronco.
Esternamente, in giovane età, esso si presenta protetto da una sottilissima epidermide e dalla corteccia. Quando l'albero, crescendo, s'ingrossa, avviene uno stiramento dei tessuti e sia l'epidermide che la corteccia si lacerano. Per continuare a mantenere la protezione si generano nuovi tessuti, come il sughero, che formano la scorza del tronco. La scorza caratterizza per forma, colore e consistenza, le diverse specie arboree.
Internamente invece, vi sono i vasi conduttori che trasportano la linfa grezza in senso ascendente, e la linfa elaborata in senso discendente; gli elementi meccanici o fibre, che sostengono i vasi, grazie alla loro parete cellulare ispessita e ricca di sostanze particolari, come la lignina; gli elementi parenchimatici, di consistenza solida, che riempiono gli spazi lasciati liberi dagli altri elementi.
I vasi che portano la linfa dalle radici a tutte le parti della pianta sono sistemati nella parte più interna del tronco, detta xilema o legno propriamente detto. Le cellule dello xilema hanno la caratteristica generale di avere le pareti lignificate, cioè ricche di lignina.
I vasi che portano la linfa elaborata dalle foglie a tutte le altre parti della pianta sono invece localizzati in una fascia più esterna e sottile del tronco, detta floema o libro.
Libro e legno sono divisi da una zona ad anello, il cambio, che ha la funzione di produrre stagionalmente nuove cellule del legno verso il suo interno e nuove cellule del libro verso l'esterno. Si tratta di una funzione indispensabile per la vita della pianta, che ogni anno mette foglie nuove e deve creare il collegamento con le radici attraverso nuovi vasi conduttori.
I vasi dell'anno precedente perdono quasi completamente la loro funzione di conduzione con la caduta delle foglie e mantengono solo la funzione di sostegno, grazie agli elementi meccanici che li accompagnano.
Il tronco di un vecchio albero non è però un organo morto. Il legno vive perché tra le cellule dei vasi che smettono di trasportare linfa e muoiono, ci sono le cellule parenchimatiche o di riempimento, che restano vive molto più a lungo.
Il materiale legnoso del tronco presenta alcune importanti caratteristiche che l'uomo ha imparato a conoscere e a sfruttare dai tempi più antichi: è isolante, combustibile, durevole e resistente.

Dalla struttura anatomica del legno del tronco dipendono caratteristiche morfologiche, come le venature, le quali dipendono dalla particolare struttura a fibre che periodicamente l'albero rinnova e di cui resta traccia nei cerchi di accrescimento.
A questo proposito vorrei parlarvi della dendrocronologia, la scienza della datazione attraverso lo studio degli anelli di crescita degli alberi. Gli scienziati possono avvalersi della dendrocronologia per stabilire l’età di manufatti antichi, l’età di cattedrali ed edifici, eventi geomorfologici e per ricostruire le tendenze climatiche e l’evoluzione del territorio. Il primo ad intuire questa relazione tra eventi meteorologici e larghezza degli anelli di crescita fu Leonardo da Vinci.
Se si osserva un tronco tagliato perpendicolarmente al suo asse, si possono distinguere molti cerchi concentrici, che si susseguono con un colore alternativamente più chiaro e più scuro. Ogni anello rappresenta un ciclo vegetativo, che di solito, nei climi temperati come quello italiano, va dalla primavera all'estate. Gli anelli di crescita in un tronco non hanno tutti la stessa larghezza: si osservano serie di anelli stretti che si alternano a serie di anelli più larghi. Questa successione di anelli stretti e larghi è simile per tutti gli alberi che vivono nello stesso periodo in una determinata zona poichè riflette le condizioni ambientali dell’area. Per valutare l’età di un tronco basta contare gli anelli di accrescimento, cosa che sembra un esercizio semplice, ma numerose difficoltà insidiano il lavoro del dendrocronologo. Infatti non sempre il numero di anelli corrisponde esattamente agli anni della pianta, poichè in seguito a forti stress ambientali si può verificare una mancata attività del cambio e quindi si hanno anelli mancanti, anelli incompleti, o falsi anelli.



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